dalle ore 16,00 alle ore 19,30
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martedì 09-13 / 15-18
mercoledì 09-13
giovedì 09-13 / 15-20
venerdì 09-13
sabato 09-13
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Nella pittura di Carlos Mensa si fondono realismo e surrealismo. I suoi personaggi incontrano inquietanti visoni creando spiazzanti figure che scuotono gli animi e divengono simbolo dell’impegno sociale e politico dell’artista.
In questo settore della mostra è documentata un’ampia raccolta dell’arte di realtà spagnola del novecento, uno dei fenomeni più importanti del secolo, che ha le sue radici in una profonda tradizione culturale. Partendo da un piccolo dipinto di Joan Mirò si snoda un percorso che permette di conoscere l’intera esperienza del realismo spagnolo da Lòpez Garcia agli esponenti più giovani. Le opere sono pervase da un forte impatto espressivo che si fonde con la plasticità della materia pittorica.
In questa sezione sono presenti artisti che declinano la pittura raffigurativa in modo molto differente, passando da una rappresentazione realistica a una più onirica e simbolica; anche le tecniche pittoriche utilizzate risultano assai differenti, così da fornire un ampio panorama di sguardi e sensazioni. Lo spettatore davanti a questa raccolta di opere ha la possibilità di una riflessione profonda sulla resa delle immagini nella contraddittoria cultura contemporanea che nell’arte trova alcune delle sue declinazioni più incisive e complesse.
Le opere esposte raccontano tutto il percorso artistico di Sassu, figura tra le principali dell’arte contemporanea italiana, il cui lavoro è caratterizzato da vivace espressionismo dei colori e forte attitudine realistica.
Nella sezione dedicata agli artisti del XX sec. della collezione donata da Alfredo e Teresita Paglione si possono ammirare opere di artisti del calibro di De Chirico, Manzù, Guttuso, Campigli e molti altri, che con i loro personali stili pittorici hanno reso grande l’arte figurativa italiana.
Queste sale del museo, quando non vengono utilizzate per l’allestimento di mostre temporanee, espongono opere di Federico Spoltore, artista abruzzese assai apprezzato e opere provenienti dalle edizioni del Premio Michetti, che vogliono essere uno sguardo alle forme di espressività del contemporaneo.
Nelle teche disegni e cartoline di Basilio Cascella e alcuni piccoli tesori come il manoscritto della Figlia di Iorio di D’Annunzio, il ritratto della madre del poeta e alcune scenografie dei Bibiena.
Di grande pregio è la collezione Paparella-Devlet di maioliche del XVIII e XIX secolo, dai caratteristici colori blu e giallo, opera di alcune delle famiglie abruzzesi più rappresentative di questa produzione, che in Abruzzo vanta una tradizione secolare.
Il salone principale conserva le tele di Francesco Paolo Michetti e le sculture dell’artista teatino, al quale è intitolato il museo, Costantino Barbella. I due, che nella vita furono grandi amici, sono tra i più importanti testimoni dell’arte abruzzese dell’800, caratterizzata da un’attenzione per il mondo agricolo e pastorale e da una immediatezza del “tocco” artistico che dona alle opere tratti di spiccato naturalismo e vibrante cromatismo.
Le testimonianze artistiche locali e partenopee di questi anni, provenienti in parte dalla collezione della famiglia teatina Selecchy, acquistata nel 1962, dal pittore teatino Nicola de Laurentiis e da edifici cittadini distrutti, mostrano una eterogeneità di soggetti, stili e tecniche pittoriche.
La collezione di arte medioevale e rinascimentale è affidata ad un corpus di opere, di cui la maggior parte sono grandi dipinti murali staccati, provenienti perlopiù dalla demolizione dell’antica Chiesa di san Domenico e dipinti su tavola caratterizzati da una certa raffinatezza di esecuzione.